Villains LTD

 

#50

THE FINAL PROBLEM

Part 3 of 3 – A study in villainy

 

 

Una banchina di ghiaccio al Polo Nord

Pur concentrandosi sull’evadere dalla prigione di luce solida in cui è stato rinchiuso, Iron Man non può fare a meno di restare impressionato dallo scontro tra la Villains LTD e l’Imperatore del Crimine.

Certo, DeCeyt sembra darsi ben poco da fare: del resto sembra che il suo campo di forza possa reggere qualsiasi cosa i suoi ex dipendenti cerchino di scagliarli contro.

Gli artigli di Marasso e Slim Snake si stanno solo rovinando sulla superficie della bolla, e le lame rotanti di Turbine si limitano ad emettere nuvole di scintille.

I proiettili di Insomnia rimbalzano ed i calci di Pathfinder non hanno altri effetti oltre a rischiare di romperle le gambe. Switch ha cercato di teleportarsi all’interno del campo, senza alcun successo, ma questo non gli ha impedito di teleportare armi da mezzo mondo nel tentativo di abbattere la barriera.

Persino Diamond Dran e Madcap si stanno dando da fare: il primo cercando di aprirsi un varco grazie ad un machete reso indistruttibile dal suo potere, l’altro prendendo a testate il campo di forza impenetrabile.

L’unico a non aver ancora alzato un dito contro DeCeyt è Shades. Sono passati pochi minuti da quando sua figlia Eclisse è morta tra le sue braccia: ora se ne sta in disparte, stringendo denti e pugni senza mai distogliere lo sguardo dall’Imperatore del Crimine.

Iron Man prova un brivido solo a guardarlo, e non solo perché detesta la magia: anche se non riesce a vederlo, Shades sta sicuramente facendo qualcosa.

Infatti poco dopo la barriera di luce si affievolisce fino a scomparire, come una fiamma a cui è stato tolto l’ossigeno. Iron Man non si lascia scappare l’occasione e si allontana dalla prigione.

<<Grazie per il salvataggio, ma credo sia stato inutile: non ho energia nemmeno per un solo raggio repulsore>>

-Non ti ho salvato apposta; è stato un effetto collaterale – risponde Shades a denti stretti.

<<Un effetto collaterale di cosa?>>

-Sto aprendo un portale per il mondo delle ombre – continua Shades; c’è una determinazione rabbiosa nella sua voce che Iron Man ha sentito raramente.

<<Per fare cosa, intrappolare DeCeyt in un’altra dimensione?>>

-Nella zona di confine tra il mondo solido ed il mondo delle ombre ci sono mostri furiosi di pura oscurità e totale depravazione; se ne portassi qui anche soltanto uno...

<<Ah...non sono un esperto di questo genere di cose, ma non abbiamo già abbastanza problemi?>>

-Il mio unico problema è che DeCeyt non è ancora morto. Nient’altro ha importanza, adesso.

 

Alle spalle della battaglia che infuria, Calabrone e Jocasta stanno cercando di disattivare la Macchine del Loto. E’ lo scienziato-supereroe a dare un pugno al dispositivo, scagliando a terra uno dei componenti solo per vederne apparire una copia esatta nel punto giusto.

-E’ inutile! Sta solo giocando con noi.

-Hank, non arrenderti: sono sicura che puoi trovare un modo per disattivarlo – lo incoraggia la robot, ma Calabrone scuote la testa.

-Ho già trovato più di una soluzione, ma ogni volta che penso a come metterla in pratica la macchina cambia la propria configurazione per eliminare il difetto. Lo stiamo solo aiutando a migliorare il progetto.

-Credi che DeCeyt ti stia leggendo la mente?

-Non lo escludo. Quello che non capisco è perché non l’abbia ancora attivato. A meno che...Shades ha detto che DeCeyt non agisce mai finché non ha programmato ogni singola evenienza. Forse lui sa che la macchina non è ancora perfetta, e si aspetta che noi lo aiutiamo a completarla.

-Ma se così fosse – controbatte la robot – Se smettessimo di lavorare alla macchina, DeCeyt penserebbe di non aver più bisogno di attivarla, e passerebbe all’azione.

-Dannazione. Non possiamo fare altri tentativi per disarmarla, non possiamo smettere di lavorarci...che altro possiamo fare?

-Potresti tentare di migliorarla – suggerisce Madcap, che poi si toglie il cappello per fare un complicato inchino a Jocasta.

-Ti ha dato di volta il...no, come non detto – si ferma Calabrone.

-Potrebbe fare tutto parte del piano di DeCeyt, che implementerebbe la miglioria ed attiverebbe la macchina – spiega Jocasta.

-In tal caso, non ci resta che il mio gelato preferito: improvvisare!

Il pazzo in costume fissa Calabrone negli occhi, e quest’ultimo indietreggia come se avesse guardato troppo a lungo il sole. Jocasta afferra Madcap senza troppa delicatezza, sollevandolo da terra.

-Che cosa gli hai fatto!?

-Ma certo! Perché non ci ho pensato prima? – realizza Calabrone, tornando a lavorare alacremente alla Macchina del Loto – Dobbiamo sintonizzarla meglio perché riceva il canale meteo! Chissà se posso farle fare il caffè. A proposito, Jocasta, ti ho mai presentato il mio tostapane? Prepara un ottimo sushi.

La mano metallica di Jocasta stringe il collo di Madcap fino ad impedirgli di respirare, ed i suoi occhi brillano di luce rossa trattenendo a stento dei letali raggi laser.

-Prega che torni normale, o vedremo se puoi rigenerare anche la testa.

 

All’interno del campo di forza, Augustus DeCeyt si sta annoiando. Sperava che questa battaglia avrebbe svelato parte dei misteri del comportamento di quest’incarnazione dell’umanità, uno studio finale prima della nascita di una nuova umanità priva di emozioni.

Ma sembra che non ci siano più sorprese ad attenderlo: tutto procede esattamente secondo i piani. Perché esita così tanto prima di attivare la Macchina del Loto? Estrema prudenza, in attesa che tutte le contromisure siano in atto? Sì, dev’essere così: dopo aver conosciuto così tanti aspiranti conquistatori del mondo che si sono fatti annebbiare le facoltà mentali dall’arroganza, forse ora sta esagerando con la prudenza.

Qualcosa attira la sua attenzione. Finora si è concentrato ad esaminare ogni più minuscolo dettaglio dei suoi ex collaboratori, analizzando tutto dalle parole alle minuzie dei segnali corporei, ed ha solo tenuto d’occhio l’opera di Calabrone.

Ora si concentra su di lui, comprendendo che le sue azioni non hanno più senso. La Chiave non può compensare le sue modifiche con la loro logica controparte, perché l’opera di Calabrone non ha più alcuna logica.

DeCeyt ha studiato con attenzione Henry Pym, e questo comportamento non è in accordo con il suo profilo psicologico.

-Madcap – sussurra. Perché non ha eliminato quell’uomo la cui mente è devastata dalla follia in misura ancora maggiore degli altri esseri umani? Di nuovo, eccesso di prudenza: uccidendolo avrebbe rischiato di lasciarsi alle spalle troppi indizi.

L’impulsività è chiaramente illogica, ai suoi occhi, ma la determinazione e la precisione sono cristalline. E’ il momento di eliminare gli ultimi elementi imprevedibili e di attivare la Macchina del Loto.

 

Il campo di forza cade. Turbine e Marasso sono i primi ad approfittarne: DeCeyt si limita ad afferrare il braccio del velocista, spostando la lama rotante in faccia a Marasso.

Il cyborg è abbastanza resistente da sopravvivere, anche se il suo volto mostruoso è orribilmente deturpato dalla lama. Turbine si trova bloccato sotto i duecento chili del mostro, incapace di muoversi.

Pathfinder e Slim Snake li seguono poco dopo, e per un istante DeCeyt non può che provare una briciola di orgoglio per averli addestrati così bene: lei sta per colpirlo con un calcio alla testa, mentre il Deviante cerca di mordere ed immobilizzare le sue gambe. DeCeyt ferma entrambi con una scossa elettrica, senza esitare.

Insomnia cerca di sparargli un colpo in mezzo agli occhi, ma la pistola si inceppa. DeCeyt riesce a vedere lo sguardo di terrore anche dietro gli occhiali da sole della donna, pienamente conscia di poter morire da un istante all’altro.

Sarebbe un peccato eliminarla: se sopravvivesse alla Macchina del Loto, sarebbe interessante avere una sua analisi imparziale dei fatti. DeCeyt riflette per un attimo sulla possibilità di uccidere una volta per tutte Diamond Dran, che indietreggia senza pensare nemmeno ad attaccarlo: sicuramente non potrà più estorcergli nessuna verità interessante.

Solo allora i suoi occhi si posano su Switch.

-Non ritengo indispensabile porre fine alla sua vita, signor Freeman. Detto questo le assicuro se lo farò, se tenterà nuovamente di ostacolarmi.

-Ancora non hai capito, vero? Non me ne frega un cazzo dei tuoi piani di merda. Non me ne frega un cazzo di quella Chiave. Non me ne frega un cazzo di quanto credi di essere bravo: sei finito, DeCeyt.

-Lei continua a sorprendermi, signor Freeman: ogni qual volta la reputo un individuo privo di interesse, lei riaccende la mia curiosità. Dopo tutte le volte in cui i vostri patetici attacchi sono falliti, cosa le fa credere di potermi sconfiggere?

-Perché non ho alcuna intenzione di fermarmi. Non prima di averti fatto saltare le cervella.

-Se lei avesse la capacità di ferirmi in alcun modo, signor Freeman, mi ritiene così ingenuo da dargliene la possibilità?

-Certo. L’hai già fatto un’ora e quaranta minuti fa.

-Lo ritengo altamente improbabile. Lei non è molto portato per gli inganni, signor Freeman.

Sotto la maschera, Switch sorride.

-Se sei così intelligente, DeCeyt, dimmi: cosa impiega un’ora e quaranta minuti per fare il giro del mondo?

-Adesso!!! – grida Pathfinder.

 

Shades rilascia finalmente tutto il potere che ha accumulato negli ultimi minuti, intrappolando DeCeyt in una enorme mano d’ombra. Switch allarga le braccia, usando il proprio potere su una scala ed una precisione mai tentati prima.

Venti portali, ciascuno dei quali largo quindici metri, circondano la torre dorata su cui si sta svolgendo la battaglia. Nonostante lo sforzo di tenere aperti così tanti portali, non riesce ad evitare di rivolgersi a DeCeyt:

-Non ci arrivi, vero? Sei più intelligente di me, ma non riesci ad anticipare le mie mosse. Non riesci a pensare come me.

DeCeyt si guarda attorno, perplesso. Pathfinder e Turbine stanno radunando i propri compagni di squadra, i Vendicatori e gli ostaggi...e non stanno facendo nessun tentativo di attaccare né lui né la Macchina del Loto. Ed una domanda lo ossessiona: cosa fa il giro del mondo in un’ora e quaranta minuti?

Qualcosa infrange la barriera del suono. Più veloce della velocità di elaborazione del cervello umano, qualcosa raggiunge DeCeyt colpendolo con un pugno allo stomaco. Quando il suono del tuono raggiunge le orecchie dei presenti, un altro pugno lo colpisce al volto e dei raggi oculari di pura energia cercano di fondere la Chiave.

Concentrando tutto il suo potere per proteggersi, DeCeyt non riesce a scappare.

-Mayhem – si lascia scappare ad alta voce, mentre l’adolescente continua a colpirlo insieme alla Visione, aiutato dai raggi oculari di Sersi.

-Tsk, risposta sbagliata – risponde Switch.

Solo ora DeCeyt si accorge veramente di qualcosa che dovrebbe essere irrilevante: a parte lui e Shades, tutti i presenti sono a contatto l’uno con l’altro.

Uno di loro è alle spalle di tutti gli altri, e finora non ha fatto altro che tenersi in disparte.

Diamond Dran, l’uomo invulnerabile.

Impressionante, pensa DeCeyt. Switch deve aver ordinato a Mayhem di raggiungerli, ed aver contato sul sesto senso di Pathfinder per anticipare il suo arrivo e posizionarsi di conseguenza. Se come immagina i Vendicatori hanno preso la precauzione di posizionare dei rintracciatori sui propri vecchi avversari, coordinarsi dev’essere stato anche più semplice.

La Chiave dello Zodiaco è quasi al limite: non ha avuto il tempo di ricaricarla. Sperava di assorbire l’odio provato da Shades per la morte di Eclisse, ma tutto quell’odio è ora incanalato nella trappola. Serve tutto il potere della Chiave per difendersi da questo attacco molteplice: potrebbe usarne una microscopica frazione per creare un diversivo, ma con il campo di invulnerabilità di Dran a proteggere tutti i presenti non sarà semplice.

Eppure, anche così, DeCeyt potrebbe resistere per settimane a questo blando attacco; loro non reggeranno questo ritmo per più di qualche minuto. Freeman vuole senz’altro costringerlo ad aprire le proprie difese, ma la strategia più logica è aspettare che il nemico finisca le proprie energie.

Naturalmente, DeCeyt ha impiegato pochi istanti per analizzare a fondo la situazione e preparare una strategia. Ora può permettersi di pensare all’indovinello.

Ed i suoi occhi si spalancano. Lui sa cosa compie un’orbita in un’ora e quaranta minuti:

-Satelliti per le telecomunicazioni.

 

In orbita a centinaia di chilometri dal suolo, un satellite Iridium sta compiendo in tutta tranquillità la propria orbita attorno alla Terra. Sul suo percorso si trova un portale di teletrasporto nero, che inghiotte il satellite senza fare alcun rumore.

Istantaneamente, 700 kg di metallo fuoriescono da un altro portale e si scagliano contro la Torre a 27.000 chilometri orari.

Ed è solo l’inizio.

Uno dopo l’altro, con letale precisione ed armonia, venti enormi macigni esplodono con una velocità ed una violenza impensabili. La torre dorata è vaporizzata dalla letale combinazione dell’impatto e del calore generato dall’improvviso attrito.

Trovarsi al centro del punto d’impatto è quasi peggio dell’essere nell’epicentro di un’esplosione atomica. Nessun essere umano o struttura artificiale può sopravvivere ad una simile distruzione.

Un’enorme nuvola di polvere e detriti si alza dalla distesa d’acqua che prima del disastro era una spessa lastra di ghiaccio. La nuvola inizia a diradarsi lentamente, lasciando intravedere una cupola di suono solido rosa.

-Penso che possa bastare – suggerisce Visione.

-Non è un problema, potevo andare avanti tutto il resto del giorno – risponde Diamond Dran, togliendo il palmo della mano dall’interno della cupola.

Sta chiaramente mentendo, a giudicare dal fiato corto con cui ha risposto: il suo campo di invulnerabilità può resistere a molto di peggio, ma non lo aveva mai esteso così tanto. Ironicamente, se non fosse stato per DeCeyt non avrebbe nemmeno mai scoperto di poterlo estendere.

Songbird abbassa la barriera, notando immediatamente quanto sia calda l’aria all’esterno.

Switch si avvicina a Mayhem, dandole una pacca sulle spalle:

-Lo sapevo che prima o poi saresti servita a qualcosa. E anche tu, Dran: forse non sei completamente da buttare.

-Fottiti; potevi anche dirmi subito il piano, invece di parlarne solo con Visione – risponde Mayhem, mostrando al teleporta il dito medio.

-Già, da dove è uscito questo piano? Sarebbe stato bello esserne informati prima – protesta anche Dran.

-Non tirare troppo la corda, Dran – lo avverte Switch, per poi spiegare – Prima di teleportarmi sulla Torre per salvare gli ostaggi, ho teleportato un biglietto con il piano a Sersi...Pathfinder aveva dei problemi a rintracciare la posizione esatta del cervello di Visione.

-Un avvertimento non sarebbe stato male, ma era un dannatissimo bel piano – interviene un’ombra.

Shades riprende la propria forma fisica, o almeno un’apparenza di tridimensionalità pur restando semitrasparente.

-Tutto a posto? Ti ho visto più in forma – nota Insomnia.

-Non è stato facile tenere fermo DeCeyt; se avessi dovuto combatterlo per un secondo di più, probabilmente non sarei più riuscito a riformarmi.

C’è un silenzio incredibile, ora che la colonna di fumo e detriti inizia lentamente a diradarsi. E dovunque, in qualsiasi direzione, non c’è niente.

<<C’è qualcosa che non va>>

-Lui non è qui – rivela Pathfinder, guardandosi attorno come se stesse cercando di cogliere qualcosa di invisibile con la coda nell’occhio.

-Ci puoi scommettere: ho vaporizzato quel figlio di puttana – si vanta Switch.

<<Dovrei almeno rilevare le energie residue della Chiave dello Zodiaco, ma niente da fare. Hank?>>

-Non rilevo niente neanch’io – risponde Calabrone, leggendo i dati del rilevatore tascabile.

-Lui non è qui – ripete Pathfinder.

-Se si è teleportato, non ha lasciato nessuna traccia energetica – sottolinea Calabrone – Potrebbero volerci giorni, se non settimane, per risalire alla sua posizione. Se gli è rimasta anche solo una minima frazione del potere che ha dimostrato, non abbiamo tutto questo tempo prima che ricostruisca la Macchina del Loto.

Switch si volta verso Pathfinder, che non ha nemmeno bisogno di sentire la domanda: annuisce e basta.

-Okay, le cose stanno così – interviene Switch avvicinandosi ad Iron Man, per parlargli faccia a faccia – Noi sappiamo dov’è DeCeyt, e sappiamo anche come fermarlo.

-Davvero? – interrompe Slim Snake, a sua volta zittito da una gomitata di Insomnia.

-Se volete che vi aiutiamo a fermarlo, voglio la vostra parola che ci lascerete andare tutti quando avremo sconfitto DeCeyt.

<<Come? Scusa, devo aver capito male: pensavo che Madcap fosse quello con il cappello>>

-Sono l’unico che può portare tutti a destinazione in tempo. Prendere o lasciare: non hai niente da mettere sul tavolo.

<<E cosa ti fa pensare che onoreremo il patto, e non vi arresteremo alla prima occasione?>>

-Perché siete abbastanza fessi da mantenere la vostra parola. Siete i buoni, giusto? Ultima offerta: si parte tra tre secondi. Tre...due...

 

Londra, Regno Unito

All’interno di una gigantesca cupola di energia dorata, il panico ha fatto presto a diffondersi nella popolazione. Del resto questa non è New York City, dove cose del genere capitano a giorni alterni.

La cupola è misteriosamente scomparsa da qualche minuto; nessuno dei londinesi può saperlo, ma la sua scomparsa è coincisa con l’inizio dello scontro al Polo Nord.

Un Imperatore del Crimine visibilmente provato appare con un lampo di luce in mezzo alla strada, prendendosi un momento per riprendere fiato.

Ha dovuto utilizzare gran parte delle energie rimaste della Chiave dello Zodiaco per salvarsi, e non ha potuto teleportarsi prima di essere colpito da numerosi satelliti.

Switch ha avuto sia torto che ragione: DeCeyt non aveva previsto un piano d’attacco così geniale, o una tale risolutezza nei suoi avversari.

Ma è Augustus DeCeyt, e lui ha sempre un piano.

Ed uno dei suoi piani di emergenza prevedeva di terrorizzare la città di Londra per poterne convertire la paura e trasformarla in potere puro tramite la Chiave.

DeCeyt potrà anche non provare emozioni, ma sa benissimo come suscitarne. Il piano di emergenza ha funzionato anche meglio di quanto avesse previsto: non solo può assorbire la paura dell’essere improvvisamente intrappolati, ma anche la gioia provata dopo la miracolosa scomparsa della cupola.

Ed ora che è tornato al massimo della propria potenza, non c’è più tempo per le sottigliezze: deve salvare il mondo dalle proprie stesse emozioni.

Osserva con sdegno i londinesi che lo guardano impauriti, riconoscendolo dal messaggio di terrore trasmesso a tutte le nazioni. Perché hanno paura di lui, quando tutto quello che vuole fare è eliminare il loro più grande difetto? C’è qualcosa che non va in loro, senza ombra di dubbio, ed in qualità di unica persona sana di mente su tutto il pianeta è suo dovere correggere quell’imperdonabile errore di design.

Le sirene della polizia si avvicinano. Il momento è inopportuno: deve impedire qualsiasi distrazione. DeCeyt impugna la Chiave dello Zodiaco, e due macchine della polizia esplodono all’unisono.

La Chiave dello Zodiaco lo avverte che qualcosa si sta avvicinando a velocità supersonica: un super-eroe, naturalmente. E’ necessario fare un ultimo aggiustamento al piano perché, a differenza delle altre città intrappolate nelle cupole, Londra è la dimora di diversi avventurieri.

L’eroina nota come Spitfire non riesce a colpirlo, però, perché DeCeyt trasmuta l’aria nella sua traiettoria in un muro. Persino per il suo metabolismo accelerato, l’impatto è consistente e Jacqueline Falsworth impiegherà del tempo per riprendersi.

DeCeyt la teleporta a cinquanta chilometri di distanza, ripristinando la cupola. Un rapido conto mentale mette in chiaro che la Gran Bretagna non ha super-esseri capaci di infrangerla in tempo per compromettere i suoi piani.

Finalmente, l’Imperatore del Crimine può permettersi di riflettere per qualche istante.

Di fronte a lui si innalza la BT Tower, l’imponente edificio con 180 metri di altezza...ed in particolare, il complesso sistema di antenne innalzate sulla sua cima.

La struttura ideale per completare la nuova Macchina del Loto nel minor tempo possibile.

Appena DeCeyt si volta verso la BT Tower, qualcosa colpisce il suo campo di forza personale. Fa a malapena in tempo ad accorgersene, quando un secondo colpo lo raggiunge da una direzione completamente diversa.

Sono proiettili comuni, ma sparati ad una velocità ben superiore al normale e da una distanza impossibile per qualsiasi tiratore scelto. Con una eccezione.

-Insomnia. Cambiare postazione di tiro dopo ogni sparo è inutile, se non puoi ferire il tuo bersaglio. Errore strategico: avresti potuto aspettare che costruissi la Macchina del Loto per poi danneggiarla. Quasi mi pento di averti insegnato questa strategia.

-Allora meno male che sappiamo improvvisare – interviene Pathfinder, anche se la sua voce è difficile da sentire: ha appena calciato un bus a due piani a dieci metri di altezza, piegandolo a metà all’impatto e causando un gran frastuono.

L’autobus precipita verso DeCeyt, pronto a disintegrarlo con un gesto. Prima che possa farlo, Shades emerge dall’ombra che l’autobus ha creato su di lui e Visione emerge dal terreno: entrambi attaccano DeCeyt e si dileguano prima di essere colpiti, non lasciandogli più il tempo di distruggere l’autobus che si schianta sulla sua testa.

DeCeyt esce dal rottame in fiamme, ancora illeso. Un colpo sparato da Insomnia lo colpisce a destra; Turbine schizza a  supervelocità alla sua sinistra, raschiando le proprie lame contro il campo di forza.

DeCeyt non si muove. Volando così rapidamente da entrare ed uscire dal suo campo visivo in meno di un secondo, Iron Man e Sersi lo colpiscono con raggi repulsori e raggi oculari abbastanza potenti da sciogliere un carro armato in un secondo. DeCeyt è illeso.

Turbine torna nuovamente all’attacco...ma questa volta non è solo: mentre rotea su se stesso a centinaia di rivoluzioni al secondo, con una mano sta tenendo Marasso e con l’altra Diamond Dran.

Duecento chili di aculei avvelenati indistruttibili colpiscono DeCeyt a centinaia di chilometri orari, mettendo a dura prova il suo campo di forza. I suoi avversari hanno certamente dedotto che ha bisogno di tempo per rigenerare le energie della Chiave, e che l’unica strategia sensata è di non dargli il tempo di pensare.

Mentre respinge i tre attaccanti scaraventandoli a metà della velocità del suono attraverso una mezza dozzina di edifici, DeCeyt si congratula con se stesso per essere stato un ottimo insegnante.

Mayhem lo coglie impreparato, afferrandolo per le spalle e sollevandolo da terra. Da uno dei vicoli si alza una voce arrabbiata:

-Mayhem, che cazzo fai? Segui il piano! – protesta Switch.

-E’ solo uno stupido vecchio con un gadget! Posso farcela da sola! – risponde la ragazza.

Un bagliore accecante inonda tutta Londra.

DeCeyt tiene in mano il corpo privo di sensi di Mayhem, ancora fumante dopo aver ricevuto il colpo, e si rivolge a lei faccia a faccia:

-Sei un esemplare affascinante. Dopo aver salvato il mondo, sarà mia cura trovare il tempo per studiarti molto attentamente.

Lo scudo di Capitan America colpisce la mano di DeCeyt, che non molla la presa. Scaglia invece il corpo di Mayhem addosso all’edificio in cui ha spedito Marasso, Turbine e Diamond Dran: l’impatto è sufficiente a demolirlo, seppellendo quattro avversari sotto tonnellate di detriti.

DeCeyt blocca a mezz’aria lo scudo, prima che questo ritorni al legittimo proprietario: prima che possa fare qualunque cosa, Calabrone passa in un batter d’occhio dalle dimensioni di un insetto a quelle di un gigante di dieci metri.

-Tattica interessante, ma inutile – giudica DeCeyt, che con una scarica neurale fa perdere i sensi al gigante ancora prima di essere colpito in alcun modo.

Capitan America, senza nessuno scudo con cui difendersi, incrocia lo sguardo di DeCeyt.

Un raggio di energia si dirige verso di lui, deviato all’ultimo secondo da uno scudo di suono solido. Songbird atterra al suo fianco, cercando di alzare una barriera ancora più spessa.

-Ricordami ancora perché stiamo facendo questo? – chiede alla Leggenda Vivente.

-La prossima volta che Switch propone una strategia, ricordami di dargli un pugno – risponde Capitan America.

 

A due chilometri e mezzo di distanza, appollaiata in cima al Big Ben, Insomnia sta ricaricando il proprio fucile da cecchina. Grazie alla sua super-vista non ha bisogno di un binocolo per vedere DeCeyt fulminare i due Vendicatori.

-Perché non li sta uccidendo?

-Probabilmente non crede che siamo una minaccia per lui; capita anche ai migliori super-criminali, sai – risponde Scarlet.

-DeCeyt non è uno stupido; non riesco mai a togliermi l’impressione che sappia cosa stiamo per fare ancora prima di noi. Copriti le orecchie.

Insomnia impugna l’arma, pronta a fare fuoco nuovamente...ma si ferma. DeCeyt si è appena voltato verso di lei.

-Oh merda. Siamo morte.

Una delle granate agganciate alla cintura di Insomnia esplode prima lei che possa fare o pensare altro; la forza dell’impatto non è sufficiente ad ucciderla, perché DeCeyt ha ancora bisogno del suo odio per un altro po’. L’esplosione le ha comunque fatto perdere l’equilibrio e precipitare verso la strada.

Scarlet la afferra per il mantello, ma il peso è troppo: tutte e due le donne precipitano inesorabilmente verso l’asfalto.

 

A diversi isolati di distanza, intanto, Londra è diventata una zona di guerra. Iron Man e Visione accerchiano DeCeyt, cercando di evitare i raggi di energia che quest’ultimo scaglia nel tentativo di abbatterli. Il risultato è una pioggia di raggi della morte, che distruggono un edificio dopo l’altro generando un incendio.

-Sta diventando sempre più potente. Che in qualche modo assorba la nostra energia durante la battaglia? – suggerisce Visione comunicando via radio.

<<Lo stavo pensando anch’io: a questo punto non ha alcun motivo per andarci leggero, avrebbe dovuto ucciderci da parecchio. Ma se è vero, non assorbe nessun tipo di energia che io possa rilevare>>

Pathfinder osserva lo scontro da uno dei vicoli, chiedendosi cosa possa fare. Poi qualcosa attira la sua attenzione: la posizione di Insomnia sta cambiando troppo rapidamente, e nella direzione sbagliata.

Capisce subito la situazione, ma non c’è alcun modo per salvare la compagna di squadra: è troppo lontana per arrivarci con un salto, ed in ogni caso tra lei ed il Big Ben ci sono i raggi di energia di DeCeyt. Non ha il tempo di avvertire Switch, Iron Man e Visione sono occupati a combattere, Sersi sta tenendo sotto controllo l’incendio, e non c’è nessun altro capace di volare tra i presenti. Poi Jocasta richiama la sua attenzione:

-Pathfinder! Ho bisogno di aiuto, qui! - la chiama la robot, che sta tenendo in piedi il muro di una casa.

L’occasione giusta, capisce Pathfinder. Corre verso Jocasta, piantando per bene un piede nel terreno, e preparandosi a calciare più forte di quanto non abbia mai calciato.

-Scusa.

Il suo scarpone colpisce il fondoschiena metallico di Jocasta con forza sovrumana, scaraventando la robot in aria a gran velocità. Poi Pathfinder appoggia il piede sul muro che le sta cadendo addosso, fermandolo. Poi si volta per seguire la traiettoria di Jocasta, pregando di aver fatto i conti giusti.

Dopo aver imprecato contro la famiglia di Pathfinder fino alla settima generazione, i sensori uditivi di Jocasta rilevano l’urlo di Scarlet e ne calcolano la posizione.

Pathfinder l’ha calciata a quasi un chilometro di distanza, ed ha poco tempo per salvare le due donne che stanno precipitando.

Attiva i jet incorporati all’interno degli stivali, una miglioria installata nel suo corpo solo da poche settimane. La spinta improvvisa le fa percorrere l’altro chilometro e mezzo nell’ultimo secondo necessario, afferrando al volo Scarlet ed Insomnia prima che si schiantino al suolo.

Il salvataggio dell’ultimo minuto non è stato però del tutto indolore: Scarlet perde i sensi per l’improvviso impatto, meno devastante di quello da cui è stata salvata ma pur sempre troppo per un essere umano. Jocasta scopre invece di aver ricevuto più danni del previsto con quel calcio: oltre a lasciare una visibile impronta sul suo fondoschiena, il calcio ha rotto diversi circuiti importanti tra cui quelli di navigazione.

Schiantandosi contro un palazzo, costretta ad un riavvio di emergenza, Jocasta non può sapere che prima di perdere i sensi Scarlet ha fatto a malapena in tempo ad usare il suo potere dirigendolo verso il fucile di Insomnia.

Raggiunto il suolo, l’arma fa fuoco. Grazie al potere di Scarlet, con una possibilità su milioni, quel colpo assolutamente casuale è molto più preciso di tutti quelli sparati precedentemente.

Il proiettile colpisce un occhio di DeCeyt con un tempismo perfetto per distrarlo in un momento cruciale: quello in cui Iron Man, Visione e Sersi lo stanno attaccando all’unisono.

DeCeyt commette un errore fatale, non difendendosi nel momento giusto, ed incassa l’intera potenza dell’assalto. Gli attacchi incessanti non l’hanno ancora ferito fisicamente, ma persino il suo poderoso cervello non può continuare a funzionare a questi livelli per sempre. Si sta stancando.

 

L’Imperatore del Crimine cade a terra, sempre sotto il costante attacco di Iron Man, Sersi e Visione. Switch, Shades e Pathfinder si avvicinano per osservare la scena.

<<Sto quasi per esaurire le riserve di energia per la seconda volta. Cosa diavolo ci vuole per fermarlo!?>>

-Ho notato qualcosa di strano – interviene Sersi, pur continuando a tenere DeCeyt sotto il costante impatto dei raggi oculari – Ogni volta che pensiamo di averlo battuto, la Chiave genera più energia. E quando siamo direttamente sotto attacco, cresce ancora più rapidamente.

-Quasi come se il suo livello di potere fosse direttamente proporzionale al nostro desiderio di attaccarlo – ragiona Visione.

<<Quindi dovremmo smettere di combatterlo, per sconfiggerlo?>>

-No, troverei subito un’altra fonte di potere – risponde DeCeyt, rialzandosi in piedi.

Un raggio di energia pura trafigge Sersi, mentre un altro mette fuori combattimento Visione. Iron Man e Pathfinder si preparano a continuare lo scontro, ma DeCeyt deve solo fare un gesto nella loro direzione per generare un’onda d’urto sufficiente a scagliarli direttamente nel centro dell’incendio che continua a divampare.

Davanti a lui ci sono solo Switch e Shades, che non sembrano particolarmente interessati a continuare a combattere.

-Penso di aver capito: la Chiave dello Zodiaco si nutre di emozioni. Più cerchiamo di combatterti, più energia può generare; più terrore e distruzione semini, più diventi potente. L’unico modo per disarmarti è impedire che la gente provi emozioni...ma è esattamente quello che stiamo cercando di impedirti di fare – realizza Shades.

-Ho sempre pensato che lei fosse troppo intelligente per lasciarla vivere. Addio, mister Shades.

DeCeyt rilascia un fascio di luce purissima, mille volte più luminosa della luce del Sole, concentrata in un unico raggio diretto alla testa di Shades.

Senza patire alcun effetto.

Shades sorride.

-E’ Mister Snake per te – risponde “Shades”, parlando con la voce di Slim Snake – Lo sai qual è il tuo problema? Visto che non provi emozioni, non hai capito quanto ci hai fatto arrabbiare. E più ci incazziamo, più diventiamo pericolosi. O, per come direbbe il mio collega qui presente...

Switch si toglie la maschera nera. Al di sotto, c’è la maschera gialla di Madcap. E DeCeyt si rende conto troppo tardi di aver commesso il più grande errore della sua vita.

Lo ha guardato negli occhi.

-Bu – dice Madcap.

 

DeCeyt indietreggia, portandosi le mani alla testa; anche solo restare in piedi non è semplice.

-Qualunque fiore inconscio! Le fontane casuali del cervello addomesticano biciclette, l'asterisco accanto allo psicologo lava il pazzo cortese. Quando sarà il processo di esagerare lo spray!? Parco giochi!

-Wow, gli hai dato una dose pesante. Non riesco a credere che sia così che pensi normalmente – si meraviglia Slim Snake.

-Grazie, ma in realtà mi servo di un generatore di frasi casuali su Internet. Quarto muro! – risponde Madcap.

-Paleontologo – risponde con tono mortalmente serio DeCeyt, puntando la Chiave contro Slim Snake per disintegrarlo...ma non succede niente: la Chiave non può eseguire gli ordini ricevuti, perché in questo momento i pensieri di Augustus DeCeyt non hanno alcun senso.

-Fregato – sorride Slim Snake tornando alla propria forma originale, e scagliandosi contro DeCeyt.

Il serpente umanoide afferra la Chiave, strappandola al proprietario nonostante DeCeyt cerchi di lottare. La getta alle proprie spalle, dove Madcap salta per afferrarla esclamando lentamente:

-Nnnooooooo!

Il pazzo cade a terra senza recuperare la Chiave: sul suo percorso è apparso all’improvviso Shades, uscendo da un portale di teletrasporto.

-Antisettico – impreca DeCeyt; Slim Snake lo costringe ad inginocchiarsi, e si assicura che la testa del suo ex datore di lavoro sia rivolta verso Shades.

Giusto per precauzione, uno dei suoi artigli è pronto a tagliargli la gola.

-Questa non te la puoi perdere – anticipa il Deviante.

Shades spezza a metà la Chiave dello Zodiaco come se fosse fatta di cartone, e ne lascia cadere a terra i resti.

-Il fatto di non poterti terrorizzare a morte mi ha sempre dato sui nervi. Però adesso vedremo quanto puoi soffrire...

-Esperimento interessante. Ma ho altri progetti – risponde DeCeyt, alzandosi in piedi.

Nonostante ci metta tutta la propria forza, Slim Snake non riesce ad impedirglielo. E non può nemmeno tagliargli la gola, perché DeCeyt sta stringendo il suo polso con una forza tale da spezzargli le ossa.

-Ancora non avete capito che cosa sono. Ho studiato una contromisura per qualsiasi piano possiate mai immaginare. Ho imparato a controllare la Chiave dello Zodiaco senza esservi in contatto diretto il giorno stesso in cui ne sono entrato in possesso.

I frammenti della Chiave si rialzano da terra, rifondendosi autonomamente. Shades indietreggia, provando dolore per la vicinanza ad una fonte di luce così luminosa.

DeCeyt spezza il braccio di Slim Snake, teleportandosi di fronte a Madcap. Potrebbe strappargli gli occhi,ma ricrescerebbero in pochi minuti; allora sceglie di tramutare la sua maschera in un blocco d’oro massiccio.

Il pazzo crolla a terra, sbilanciato dal peso eccessivo; non solo non riesce a vedere niente, ma neanche a respirare. Prima di perdere i sensi, trova la cosa estremamente buffa e mormora qualcosa di incomprensibile.

Switch non sa che cosa fare: ha finito i piani di emergenza. Non può scagliare niente di nuovo contro l’Imperatore del Crimine: il bombardamento satellitare era di gran lunga la sua mossa migliore.

A poca distanza, anche Shades realizza l’empasse: non solo non riuscirebbe mai a ripetere quanto fatto al Polo Nord, ma nemmeno quello sarebbe sufficiente.

-Vedo che finalmente avete compreso – risponde DeCeyt, ricreando dall’aria il proprio casco metallico ed indossandolo – Non potete fare a meno di odiarmi, ed il vostro odio alimenta il mio potere. Le vostre emozioni non vi permettono di pensare con la chiarezza con cui io posso pianificare. Non siete altro che pedine nelle mie mani, topi da laboratorio che percorrono i labirinti che io ho creato per voi, e siete anche convinti di farlo di vostra spontanea volontà.  Ma non ha più importanza.

DeCeyt allarga le braccia, e al suo corpo si sovrappone un ankh di luce dorata.

-Ora siete obsoleti. La vera età dell’oro dell’umanità inizia adesso.

 

Iron Man esce dalle macerie, portando con sé il corpo privo di sensi di Sersi. Attorno a lui anche gli altri Vendicatori si stanno rialzando: sono tutti vivi, ma nessuno sembra in grado di riprendere la battaglia.

Di fronte ai suoi occhi, una colonna di luce si innalza verso il cielo partendo dalla posizione di DeCeyt; i suoi sensori rivelano un livello di energia ben oltre la scala rilevabile.

<<Lo sta facendo. Dannazione, lo sta facendo davvero>> - realizza il vendicatore rosso e oro, liberando una mano per lanciare un raggio repulsore.

Il raggio di energia rimbalza sul campo di forza dorato che si è appena alzato attorno a DeCeyt, senza infliggere il benché minimo danno.

-E adesso che facciamo? Dev’esserci un modo per fermarlo! – esclama Songbird.

<<Ha resistito ai nostri colpi migliori, e a qualsiasi strategia per aggirare le sue difese. Non so più cosa inventarmi>> ammette Iron Man.

Tra le persone uscite dalle macerie, una sola non ha guardato nella direzione di DeCeyt. Respirando affannosamente, cammina verso DeCeyt.

Nessuno degli altri capisce subito che cosa stia cercando di fare; sono tutti impegnati a pensare alla prossima strategia.

Pathfinder non sembra avere strategia. Cammina risolutamente verso DeCeyt, a pugni stretti, respirando sempre più velocemente.

Switch capisce cosa sta cercando di fare, esclamando:

-Finder, non fare cazzate! Ti farai ammazzare!

Prima che il teleporta possa fare qualunque cosa, DeCeyt gli dedica un istante della propria attenzione e lo colpisce con una scarica energetica sufficiente a lasciarlo a malapena cosciente. Shades non può nemmeno muoversi, grazie alle lance di luce conficcate nella sua ombra.

Pathfinder continua ad avanzare.

Augustus DeCeyt è quasi pronto a rilasciare l’onda di energia che cancellerà le emozioni, ma si ferma. Ha notato che Pathfinder non sta rallentando.

-Quale perfetta simmetria: il mio migliore esperimento è di fronte a me, appena prima della mia opera più grande.

-Esperimento!? – risponde Pathfinder a denti stretti, alzando lo sguardo.

DeCeyt la riconosce a malapena; non l’ha mai vista così furiosa.

-Ci hai tradito, manipolato e sfruttato, hai rovinato le nostre vite e quelle delle nostre famiglie, e lo chiami esperimento!? ESPERIMENTO!?

-Con mio sommo dispiacere, miss Mathers, lo chiamo “fallimento” – risponde DeCeyt, impugnando la Chiave dello Zodiaco.

Un raggio di luce purissima esce dall’artefatto interdimensionale, disintegrando tutto ciò che si trova sul suo cammino.

Case, strade, automobili, tutto svanisce al semplice contatto con quell’energia ultraterrena; tutta la distruzione seminata in questo sventurato quartiere di Londra impallidisce al confronto della scia di pura distruzione, da cui si solleva un’immensa nube di polvere.

Ogni singolo Vendicatore ancora cosciente si maledice per non essere riuscito a soccorrere Pathfinder in tempo...fino a quando la polvere non si dirada, rivelando che la mutante non si è mossa di un millimetro.

Non si è nemmeno bruciata un singolo capello: l’attacco di DeCeyt è stato totalmente inefficace.

L’Imperatore del Crimine è senza parole, e per la prima volta da moltissimo tempo senza una strategia.

-Questo...questo è assolutamente privo di senso! Come è possibile che... – si meraviglia DeCeyt, prima di notare qualcosa di molto più preoccupante.

La Chiave dello Zodiaco è attraversata da una miriade di fulmini, e sembra sul punto di esplodere.

-E’ il mio turno – risponde Pathfinder, saltando verso di lui.

DeCeyt si ricompone in fretta, scagliando un altro raggio di maggiore potenza verso di lei. Pathfinder è investita in pieno dal raggio di distruzione, ma questo non rallenta minimamente i suoi movimenti.

Passa attraverso il campo di forza impenetrabile come se non ci fosse nemmeno, e con un calcio fa perdere a DeCeyt la Chiave dello Zodiaco spedendola in una rapidissima salita verticale verso la stratosfera.

-Rimarch- inizia a notare DeCeyt con calma innaturale, senza però fare in tempo a pronunciare una sola parola.

Il calcio di Pathfinder lo colpisce allo stomaco.

Lo spostamento d’aria è sufficiente ad alzare una nuvola di polvere. Il corpo di DeCeyt viene scaraventato attraverso quattro case, ed oltrepassa l’intero piano terra della BT Tower.

Anche a decine di metri di distanza, è facile sentire il frastuono della battaglia: Pathfinder non sta dando alcuna tregua a DeCeyt, calciandolo da ogni posizione immaginabile con una forza tale da rimbombare in mezza città.

<<Come diavolo ha fatto? Gli abbiamo scagliato contro di tutto al di fuori di una bomba atomica, ed ora basta un calcio per ferirlo!?>>

-Lo ha sovraccaricato – realizza Shades, rimasto a bocca aperta.

<<Di che stai parlando?>>

-DeCeyt è riuscito a caricare la Chiave sfruttando l’odio puro di sua moglie. Pathfinder lo sta...lo sta odiando così tanto da sovraccaricare la Chiave.

Quasi per dare ragione a Shades, c’è un’esplosione di luce dorata e nera nei cieli di Londra, che lancia microscopici frammenti su tutta la superficie terrestre.

La Chiave dello Zodiaco si è distrutta da sola.

 

Augustus DeCeyt non riesce a capire. Come è possibile che una sola persona, una sola persona, possa odiare così tanto?

-Hai...

Due costole si rompono. Pathfinder vede svanire ogni possibilità di far avere alla sorella una vita normale.

-Idea...

Un femore si spezza a metà. Pathfinder i suoi unici amici cercare di ucciderla, convinti che lei sia una traditrice.

-Di cosa...

Un rene si schiaccia. Pathfinder si ritrova intrappolata nel proprio corpo, prigioniera della volontà del Flagello Nero.

-Mi hai fatto!?

Un polmone collassa. Pathfinder vede se stessa usata, ferita, sfruttata, umiliata oltre il punto di rottura di qualsiasi essere umano.

DeCeyt, il casco ormai spaccato a metà ed il volto tumefatto, a malapena in fin di vita, ha finito i piani.

Pathfinder appoggia lo stivale sulla sua testa; le sue gambe sono già state macchiate del sangue di DeCeyt. Una minima pressione, e potrebbe schiacciargli il cranio come un uovo marcio.

-Che cosa si prova quando la propria vita è nelle mani di qualcun altro? Eh? CHE COSA SI PROVA!?

Raccogliendo le ultime forze, Augustus DeCeyt si sforza a rispondere:

-Io...io...non so...io...non provo...niente...

Basta incrociare lo sguardo di DeCeyt per un istante, e Pathfinder capisce. Non sta mentendo. Non è nient’altro che un patetico guscio vuoto in forma umana: non sta provando niente. Niente.

Una mano amica si posa sulle sue spalle.

-E’ tutto a posto, ‘Finder. Puoi lasciarlo andare, adesso – le dice Switch.

-Lui...lui non si merita...di vivere... – risponde la mutante, dai cui occhi iniziano a scendere le prime lacrime.

-Lo so. Ma tu non ti meriti di diventare un’assassina – replica Switch, mostrando qualcosa a Pathfinder.

Una pistola con silenziatore.

Pathfinder indietreggia, e Switch punta la pistola alla testa di DeCeyt. E’ completamente indifeso: un movimento dell’indice, e sarà morto.

-Addio, boss.

Switch preme il grilletto, ma qualcosa lo colpisce alla mano all’ultimo secondo facendogli sbagliare mira: il proiettile si conficca nel terreno invece che nel cervello di DeCeyt.

Lo scudo di Capitan America ritorna al legittimo proprietario, ed un pugno di suono solido lo colpisce alla mascella impedendogli di teleportarsi.

Pathfinder vorrebbe reagire, ma la Visione è appena apparso alle sue spalle bloccandole le braccia dietro la schiena in una posizione molto dolorosa.

Augustus DeCeyt sorride.

-Eh. Perdenti.

Prima che chiunque, eroe o criminale, possa reagire in alcun modo, una donna in costume rosso appare al capezzale di DeCeyt. Allunga il proprio mantello sul suo corpo martoriato, ed entrambi scompaiono in un batter d’occhio. L’intera operazione di salvataggio è durata a malapena un secondo.

Nessuno ha il coraggio di dire nulla per qualche istante. Iron Man ammanetta Switch con un inibitore di teletrasporto, e Visione a rompe il ghiaccio:

-Switch, Pathfinder, vi dichiaro in arresto. Avete il diritto di rimanere in silenzio; qualsiasi cosa diciate o facciate sarà usata contro di voi in...

-Figlio di puttana! Avevi promesso di lasciarci andare! – protesta Switch.

<<Allora meno male che solo un fesso avrebbe mantenuto la parola>> risponde Iron Man.

Le sirene della polizia si avvicinano sempre di più. In cielo si vedono già elicotteri dell’esercito.

-E va bene. Avete vinto voi – concede Switch.

 

Un’ora dopo

Calabrone si toglie la maschera, asciugandosi il sudore dalla fronte e sedendosi su una delle ali del Quinjet. Scarlet è di fianco a lui, chiedendo:

-Quindi è finita?

-Sersi è andata a recuperare Ercole; tra una cosa e l’altra, mi ero quasi dimenticato che DeCeyt lo aveva teleportato nello spazio.

-Nessuna traccia dell’Imperatore, quindi?

-Completamente scomparso. Pathfinder dice di non riuscire a rilevare la sua posizione, ma non so quanto ci si possa fidare vista la situazione.

-Non so; sembrava veramente determinata ad ucciderlo. Non credo proprio che voglia proteggerlo.

-Sembra improbabile. Hai parlato con le autorità londinesi?

-Sì, ed il risultato non è dei migliori – sospira Scarlet – Grazie al cielo hanno evacuato la zona all’inizio delle ostilità, ma ci sono state comunque diciotto vittime e centinaia di feriti. Per non parlare dei miliardi di sterline di danni.

-Brutta giornata – scuote la testa Calabrone, per poi alzare le spalle – Se non altro gli abbiamo impedito di uccidere miliardi di persone. Ed anche se sospetto che la Chiave dello Zodiaco non possa essere completamente distrutta, ci vorranno anni prima che riesca a ricomporsi.

-Non dimenticare che abbiamo arrestato l’intera Villains LTD – gli ricorda Scarlet.

-Non sono il tipo da bicchiere mezzo pieno – risponde scoraggiato Calabrone.

 

Aeroporto Heathrow di Londra

Di fronte all’entrata dell’aeroporto, una giovane donna si trova di fronte un poliziotto dall’espressione severa.

-Aspetti un secondo, signorina. Documenti, prego.

-C’è qualche problema? Devo imbarcarmi – risponde la donna, fornendo la carta d’identità al poliziotto.

Senza tradire nessuna emozione, il poliziotto restituisce il documento chiedendo con perfetto accento inglese:

-Torna a New York City, per caso?

-Sì, ho qui il biglietto se non mi crede. Ma che succede?

-C’è stato un attentato terroristico della Villains LTD, stiamo controllando tutti i passeggeri diretti negli Stati Uniti. Mi segua, la prego.

Con un certo nervosismo, la donna segue il poliziotto all’interno dell’aeroporto. Preoccupata di perdere il volo, non fa troppo caso al fatto che la sta portando lontano da occhi indiscreti in un angolo buio.

-Si fermi pure qui, e mi dia la mano – le chiede il poliziotto, togliendosi un guanto.

La donna obbedisce; non appena tocca la mano dell’uomo, il corpo di quest’ultimo muta ad una velocità impressionante prendendo le sue stesse sembianze.

Lei vorrebbe urlare, ma non ci riesce: una mano è uscita dall’ombra, impedendole di gridare. La trascina attraverso l’ombra, e tutto ciò che resta a terra sono i suoi bagagli.

-Tra tutti, dovevi proprio essere tu l’unico altro agente a scappare? – chiede Slim Snake con la voce della donna.

Shades esce dalle ombre, creando una cappa d’oscurità per nascondere anche la donna in uniforme della polizia.

-Stai zitto e cambiati; mi nasconderò nella tua ombra, se ci diamo una mossa possiamo lasciare il paese prima che quegli idioti dei Vendicatori si accorgano della nostra fuga.

-Ed una volta arrivati in America, cosa pensi di fare? La Villains LTD è finita!

-Con i Vendicatori a pestarci i piedi, non possiamo liberare adesso gli altri. Dobbiamo cominciare a pensare a come farli evadere – risponde Shades a denti stretti.

-Non credevo ti importasse così tanto di loro...

-DeCeyt è ancora vivo.

 

Una base segreta

L’Agente Zero entra nella stanza sigillata con pesanti porte blindate, accompagnato dalla nuova Incappucciata. Gli altri Guardiani presenti sono particolarmente nervosi per gli ultimi sviluppi della loro organizzazione, ma non vogliono darlo a vedere al proprio leader.

-Ottimo lavoro, Sette.

-Non ne vado esattamente fiera – risponde l’Incappucciata – Perché salvare un mostro come lui?

-Perché è il miglior pianificatore dell’intero pianeta. Ed abbiamo bisogno di lui – risponde l’Agente Zero.

I due Guardiani si avvicinano al letto, dove un team di dottori sta cercando di salvare un Augustus DeCeyt in fin di vita.

-Se può sentirmi, professore, sappia che è in ottime mani; parleremo quando si sentirà meglio.

Zero esce, lasciandosi l’Incappucciata alle spalle.

Lei si avvicina a DeCeyt. Ora non sembra così terrificante: è solo un uomo di mezz’età, ferito in uno scontro brutale.

-Mi ha salvato la vita – dice DeCeyt con un filo di voce.

-Eseguivo solo degli ordini – risponde l’Incappucciata.

DeCeyt stringe la sua mano, e l’Incappucciata non fa niente per liberarsi.

-La prego. Resti con me – implora DeCeyt.

L’Incappucciata non dice niente, limitandosi a recuperare una sedia e mettersi al suo capezzale.

 

Ignorando il dolore, Augustus DeCeyt riflette. C’è stata una reazione emotiva nella donna, ne è certo. Forse le ha ricordato un parente? Un’esperienza simile in un altro ospedale? Forse sente la mancanza di una figura paterna. Avverte repulsione per ciò che lui ha fatto, ma c’è un certo rispetto intellettuale.

Debolezze umane. Piccole crepe emotive. Bene: lui non ha bisogno d’altro.

L’Imperatore del Crimine inizia a pensare. Un’altra persona si lascerebbe scappare un sorriso, ma non lui. Lui non ne ha bisogno.

Perché Augustus DeCeyt avrà presto un nuovo piano.

 

CONTINUA !

 

 

Nel prossimo numero: la Villains LTD in prigione